Canali Minisiti ECM

Un batterio intestinale rilascia sostanza tossica per il Dna

Infettivologia Redazione DottNet | 27/02/2020 13:53

Potrebbe favorire il tumore del colon

Un batterio intestinale - un ceppo di Escherichia coli presente nel colon di un adulto su 5 - rilascia nell'intestino una sostanza 'cancerogena', una molecola tossica che danneggia il Dna delle cellule intestinali e che potrebbe favorire, così, il cancro del colon. Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Nature: si tratta del primo caso di un microrganismo presente nel nostro corpo e in grado di modificare in maniera diretta il Dna umano, con conseguenze potenzialmente negative per la salute. Condotto in Olanda presso l'Istituto Hubrecht, lo studio suggerisce la possibilità di prevenire almeno alcuni casi di tumore del colon eliminando il batterio dall'intestino con una terapia antibiotica.

Gli esperti sono partiti dallo studio di mini-intestini in provetta: questi mini-organi di laboratorio acquisivano danni al Dna cellulare con uno specifico profilo di 'mutazioni' (difetti genetici) in presenza di un particolare ceppo di E. coli - un ceppo cosiddetto 'genotossico' in quanto rilascia la molecola "colibactina", che danneggia il Dna umano. Si sospetta da tempo che questo batterio specifico E. coli, presente nell'intestino di un adulto su 5, potesse essere pericoloso per la salute umana. Gli esperti hanno poi osservato il Dna di oltre 5000 tumori e visto che in oltre il 5% dei tumori del colon (ma non in tumori di altri organi) si ritrova lo stesso profilo di difetti genetici provocato da Escherichia coli negli intestini in provetta. Lo studio, concludono gli autori, suggerisce che questo specifico batterio intestinale abbia un ruolo nello sviluppo del tumore del colon e potrebbe divenire oggetto di terapie specifiche per eliminarlo in via preventiva. 

pubblicità

fonte: Nature

Commenti

I Correlati

C'è un legame tra i batteri dell'intestino e e le cellule germinali

Previsto nell’Istituto dei tumori di Napoli il reclutamento di 30 nuovi ricercatori under 40. Più della metà degli studi approvati presentati da donne

IEO, gene già coinvolto in un altro tumore, serve il test genetico

L'iniezione scudo a mRna utilizza la stessa tecnologia degli attuali vaccini Covid ed è in fase di test negli studi di Fase III della fase finale

Ti potrebbero interessare

"Epidemia tra i mammiferi è un passo avanti verso l'uomo, non uno ma più ceppi si stanno adattando"

Su Lancet i risultati del confronto tra siringa e patch per l'anti-morbillo e rosolia

“Le prove indicano che prendere di mira JN.1 aiuterà a mantenere l’efficacia dei vaccini mentre la SARS-CoV-2 continua ad evolversi”

Cdc, 59 clienti esposte al rischio in un centro Spa

Ultime News

Il primo appuntamento partenopeo si inserisce nella fase pilota del Progetto per un programma di screening nazionale nella popolazione pediatrica delle due patologie, promosso dall'Istituto Superiore di Sanità su incarico del Ministero della Salute

Greco (S.I.d.R.): “Prevenzione decisiva a supporto di genetica e stili di vita”

"Epidemia tra i mammiferi è un passo avanti verso l'uomo, non uno ma più ceppi si stanno adattando"

Benefici ottimali facendo 6-10 piani a piedi al giorno